Nel 2011 i campi elettromagnetici in radiofrequenza, come quelli prodotti dai telefoni mobili, sono stati classificati dall’OMS come “possibilmente cancerogeni”. Si tratta del livello più basso nella scala di valutazione dell’Agenzia sui fattori di rischio dei tumori.
Studi sull’argomento sono in corso per valutare gli effetti a lungo termine dell’uso dei telefoni cellulari e delle radiofrequenze.
A tale proposito il Consiglio Superiore di Sanità ha divulgato una serie di raccomandazioni per ridurre l’espozione al campo delle onde elettromagnetiche.
Queste, in sintesi, i comportamenti cautelativi da adottare:
- educare i bambini ad un uso limitato del cellulare (presentare ai bambini il telefono come uno strumento di comunicazione da usarsi nelle situazioni di necessità, e non come un comune oggetto di gioco)
- utilizzare sistemi come l’auricolare e il viva-voce (dispositivi a mani libere) che consentono di allontanare la testa e il corpo dal cellulare
- effettuare telefonate preferibilmente in condizioni di alta ricezione del segnale e in zone ad alta copertura dalle reti di telefonia mobile
- limitare, sia nel numero che nella durata, le telefonate con il cellulare
- utilizzare i messaggi di testo
- limitare alle situazioni di necessità l’uso del telefono in auto e durante la guida, anche ove si utilizzino sistemi in viva voce e a mani libere.
- non fare uso di dispositivi commerciali pubblicizzati come in grado di ridurre i livelli di esposizione del telefono, la cui efficacia non è in realtà mai stata dimostrata ed anzi possono sortire l’effetto contrario
- non tenere il cellulare acceso negli ospedali (attenersi alla segnaletica), o dove sono presenti apparecchiature elettromedicali
- per i portatori di pace-maker o di altri dispositivi medici attivi, non mantenere il telefono in prossimità o a contatto con l’impianto (ad esempio nel taschino della giacca sul lato dell’impianto stesso) così da prevenire eventuali interferenze sul corretto funzionamento del dispositivo
Il Consiglio superiore di sanità ha affrontato la questione dei rischi potenziali di uno smodato uso di telefoni cellulari nella seduta del 15 novembre 2011. In linea con gli studi dell’Agenzia internazionale della ricerca sul cancro (IARC) e in accordo con l’Istituto superiore di sanità, il Consiglio superiore rileva che non è stato finora dimostrato alcun rapporto di causalità tra l’esposizione a radio frequenze e le patologie tumorali. Tuttavia le conoscenze scientifiche oggi non consentono di escludere l’esistenza di causalità quando si fa un uso molto intenso del telefono cellulare. Va quindi applicato, soprattutto per quanto riguarda i bambini, il principio di precauzione, che significa anche l’educazione ad un utilizzo non indiscriminato, ma appropriato, quindi limitato alle situazioni di vera necessità, del telefono cellulare. Il Ministero della Salute avvierà una campagna di informazione sulla base delle ultime relazioni degli organismi tecnico-scientifici per sensibilizzare proprio a tale uso appropriato.
Testo tratto da
http://www.salute.gov.it
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Tutti i dispositivi a radiofrequenza, per poter essere immessi sul mercato, devono rispondere ai requisiti di sicurezza basati sulle conoscenze scientifiche più aggiornate e definiti da organizzazioni internazionali di esperti riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
L’incredibile successo commerciale dei telefoni mobili è stato accompagnato, tuttavia, da preoccupazioni riguardo ad effetti negativi sulla salute eventualmente associati al loro utilizzo.
L’OMS ha risposto ai timori sui rischi dei campi elettromagnetici avviando nel 1996 il Progetto Internazionale Campi Elettromagnetici.
Le evidenze scientifiche attualmente disponibili tendono, nel loro complesso, a deporre contro l’ipotesi che l’uso dei telefoni cellulari comporti un incremento del rischio di tumori intracranici.
D’altra parte, non sono ancora disponibili osservazioni a distanze superiori ai 15 anni dall’inizio dell’uso e per esposizioni iniziate durate l’infanzia e l’adolescenza. Pertanto, in linea con quanto raccomandato dall’OMS, è opportuno proseguire la sorveglianza epidemiologica dell’andamento dei tumori cerebrali nel tempo e gli studi di coorte prospettici attualmente in corso.
Testo tratto da
http://www.salute.gov.it
--- ARTICOLI DA LEGGERE ---
Onde elettromagnetiche, siamo cavie di un laboratorio a cielo aperto
di Elisa Finocchiaro | 27 novembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it
Cancro al cervello dopo anni di cellulare. Cassazione: “C’è legame, sì all’invalidità”
Una sentenza riconosce per la prima volta in Italia un rapporto diretto tra l'abuso di cordless e cellulari e il tumore. Un manager bresciano perde contro l'Inail. La Suprema Corte ha riconosciuto come più attendibili gli studi indipendenti e non cofinanziati dai produttori
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 ottobre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it
Oms: “I telefonini provocano il cancro”. Ma il mondo scientifico resta diviso
Da vent'anni si susseguono studi che dimostrano, a fasi alterne, l'alta pericolosità dei dispositivi mobili per il cervello oppure tesi opposte. Ora l'Organizzazione mondiale della Sanità mette un punto fermo, ma avverte: "Prima di arrivare a conclusioni serviranno altri anni di studio"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 6 giugno 2011
http://www.ilfattoquotidiano.it
--- PER CAPIRE E RIFLETTERE ---
Le Iene, puntata del 17/02/2013
VIVIANI: Cellulari e onde elettromagnetiche
Alcuni accorgimenti per attenuare l'assorbimento delle onde elettromagnetiche.
http://www.video.mediaset.it
http://www.iene.mediaset.it
REPORT, Rai Tre, Puntata del 27/11/2011:
"L'ONDA LUNGA, danni dei cellulari sulla salute e smaltimento rifiuti".
http://www.rai.tv
http://www.report.rai.it
--- INFORMAZIONI IMPORTANTI ---
Come funziona un telefono cellulare
I telefoni mobili sono ricetrasmittenti a bassa potenza (i valori massimi di potenza emessa non superano 2 Watt) che per comunicare utilizzano segnali a radiofrequenza (RF) nella banda di frequenza compresa tra 450 e 2600 MHz.
La tecnologia della telefonia cellulare si basa sullo scambio di segnali elettromagnetici tra i terminali (i telefoni cellulari) e gli impianti fissi (le stazioni radio base), che convogliano i segnali prodotti dai terminali su reti fisse di più ampie dimensioni, e rimandano al terminale stesso i segnali da queste ricevute.
Le stazioni radio base coprono il territorio secondo una configurazione a celle, in modo che ogni cella sia servita da almeno un impianto fisso.
Ciascuna cella serve un’area fino a distanze dall’impianto che possono variare da qualche centinaio di metri a qualche chilometro, in funzione della tipologia del territorio e del numero di utenze da garantire.
La potenza emessa dai telefoni e dalle stazioni fisse è strettamente limitata a quella utile per coprire la distanza tra terminale e stazione e viceversa, ed è automaticamente ottimizzata istante per istante in funzione della distanza tra di essi.
La normativa sulla sicurezza
Tutti i telefoni cellulari immessi nel mercato europeo devono soddisfare i requisiti e gli standard definiti dalla Direttiva 1999/5/CE, sulle apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità (recepita dal D.lgs. 9 maggio 2001, n.269), e dalla Raccomandazione 1999/519/CE, relativa alla limitazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con frequenze da 0 Hz a 300 GHz.
In particolare l’assorbimento di energia elettromagnetica all’interno della testa non può essere superiore a 2 Watt/kg, per ogni elemento di tessuto di massa pari a 10 g.
Il rispetto del requisito è sempre riferito a condizioni di prova in cui il telefono è a diretto contatto con la testa.
I livelli di esposizione
Quando effettuiamo una telefonata, l’antenna del nostro cellulare emette energia durante la ricerca della stazione (potenza massima) e nel corso della conversazione, ma solo quando siamo noi a parlare, mentre non viene emessa energia durante la fase di ascolto dell’interlocutore.
I manuali dei telefoni riportano obbligatoriamente il valore massimo di assorbimento di energia (in termini di SAR, Specific Absorbtion Rate) prodotto dal telefono.
In realtà, studi scientifici hanno dimostrato che, a parità di tempo d’uso, il maggiore determinante del livello di esposizione personale è costituito dall’efficienza e dalla qualità della copertura di rete delle stazioni radio base, indipendentemente dal modello di telefono e dal massimo SAR dichiarato.
Ove la qualità della copertura delle stazioni è ottimale i telefoni sono in grado di operare alla potenza minima, o quasi. Al contrario una scarsa o poco efficiente copertura di rete costringe il telefono a ricercare in continuazione la migliore connessione e ad utilizzare ripetutamente la sua potenza massima.
Cambiamenti di stazione (hand-over in linguaggio tecnico) possono intervenire più volte durante una stessa chiamata e ciò comporta l’emissione di potenza da parte del telefono a livelli che tornano al valore massimo, per poi ridursi di nuovo.
Anche il movimento dell’utente (ad esempio per l’uso in automobile) induce il telefono a ricercare frequentemente nuove connessioni con la migliore stazione disponibile.
Dal punto di vista biofisico, l’energia radiofrequenza (RF) emessa dal telefono cellulare durante le chiamate vocali viene assorbita dalla pelle e dai tessuti immediatamente circostanti all’area di contatto tra il dispositivo e la testa dell’utilizzatore.
In un’indagine di valutazione dell’esposizione condotta nell’ambito dello studio internazionale Interphone, effettuata utilizzando prototipi di telefoni in grado di registrare in continuo la potenza, è stato osservato che l’energia media emessa dall’antenna del telefono nell’unità di tempo è maggiore per le telefonate più brevi (inferiori ad 1-2 minuti), rispetto alle telefonate più lunghe.
Testo tratto da
http://www.salute.gov.it
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